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Sicurezza sul lavor0

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2008 12:38
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Segretario CCS
19/08/2008 12:38

Chi ha ancora il coraggio di dire che la colpa non è dei padroni?
Leggete questo articolo, pubblicato su "il manifesto" del 17 Agosto 2008 e ditemi se è possibile ritenere che la colpa degli incidenti sul lavoro non è dei padroni.

TRENITALIA
Licenziato il ferroviere scomodo
Dante De Angelis aveva denunciato la rottura di due Eurostar a Milano
Il «foglio di via» il giorno di Ferragosto. Una campagna per la riassunzione
Marina Zenobio


Trenitalia ha aspettato il giorno di Ferragosto per ri-licenziare Dante De Angelis, macchinista ferroviere in forza al deposito locomotive di Roma San Lorenzo e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls). Due volte in due anni perché De Angelis, nel suo scrupoloso ruolo di Rls, proprio non riesce a tenere la bocca chiusa quando si tratta di denunciare l'insicurezza dei treni italiani su cui ogni giorno viaggiano migliaia di persone. La prima volta è stato a marzo del 2006, dopo che Dante (insieme a due capitreno e due macchinisti della Liguria e del Piemonte che hanno condiviso la sua stessa sorte) era intervenuto in una puntata di Report per denunciare la mancanza di sicurezza delle Ferrovie dello stato. Il pretesto per licenziarlo all'epoca fu dato dal suo rifiuto a guidare un Eurostar in partenza da Bologna e attrezzato con il Vacma (il famigerato «uomo morto»), il pedale che il macchinista deve tenere premuto e rilasciare ogni 55 secondi. Ma le Ferrovie furono costrette a reintegrarlo. Da allora l'elenco degli incidenti ferroviari si è allungato sempre più e con essi la conta dei morti e dei feriti; fino ai due Eurostar spezzatisi a Milano, il 14 e il 22 luglio scorsi, a causa della rottura dei ganci che tenevano unite le carrozze dei due treni - per fortuna senza passeggeri - in manovra tra la Stazione centrale e il deposito Martesana del capoluogo lombardo.
E sono state proprio le dichiarazione di De Angelis riguardo a questi ultimi incidenti - sui quali la procura di Milano ha aperto un'inchiesta contro ignoti in cui si ipotizza il reato di disastro colposo - ad avergli procurato il secondo licenziamento. Il macchinista diventato famoso per le sue battaglie per la sicurezza li aveva giudicati «incidenti potenzialmente molto pericolosi e un campanello d'allarme che pone con forza all'attenzione di tutti la questione della manutenzione, della progettazione e dei controlli sugli Etr», dichiarazione tra l'altro condivisa con una lettera che è stata sottoscritta da altri 13 ferrovieri Rls.
Ma Trenitalia le dichiarazioni rilasciate da De Angelis alla stampa non le ha proprio digerite, per l'azienda i treni si sono spezzati per un errore umano e non per cattiva manutenzione. Così il 24 luglio il macchinista si è visto recapitare una lettera che lo accuava di aver screditato, con dichiarazioni infondate e pretestuose, il management aziendale delle Ferrovie che gli concedeva dieci giorni di tempo per produrre giustificazioni scritte a suo difesa, trascorsi i quali «la società si riservava di adottare opportuni provvedimenti». Il ferroviere ha risposto alla contestazione precisando che non era sua intenzione denigrare chicchessia ma solo di svolgere appieno il suo ruolo a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Evidentemente non era quello che Trenitalia voleva sentirsi rispondere e sono arrivati gli «opportuni provvedimenti».
«Siamo di fronte ad un vero e proprio accanimento personale nei confronti di chi si occupa di sicurezza - si legge in una nota pubblicata su ancora In Marcia!, storica rivista dei macchinisti fondata da Ezio Gallori - e ad un attacco frontale alla sicurezza e ai delegati che svolgono con incisività il loro ruolo, finalizzato a cucire la bocca a tutti su una questione di interesse generale qual è la sicurezza dei viaggiatori». A fronte del silenzio mantenuto per giorni dalle Fs sui due treni spezzati «le preoccupazioni espresse da De Angelis - proseguono i redattori della rivista - sono da considerare innanzitutto come l'adempimento di un dovere nei confronti dei lavoratori e degli utenti del treno. Allontanarlo fisicamente dal lavoro proprio il giorno di Ferragosto è stato soltanto un ulteriore crudele e gratuito gesto di arroganza aziendale». Per Gallori si tratta di «un'ossessionante brama di rivincita» rispetto al precedente licenziamento conclusosi con una riassunzione imposta dall'opinione pubblica.
Durissima la critica del segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi che definisce il licenziamento di Dante dalle Ferrovie dello Stato «un atto di autentico fascismo aziendale, che colpisce in modo intimidatorio un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nel pieno esercizio delle sue funzioni. E' gravissimo che si voglia far tacere chi denuncia i rischi per la sicurezza di chi lavora e di chi viaggia, quando la funzione degli Rls è proprio quella di intervenire prima che fatti gravi succedano. Ancora più grave che ciò avvenga in una azienda pubblica che esercita un servizio pubblico».
«Un licenziamento assurdo, ingiusto e inaccettabile» per Dino Tibaldi, responsabile lavoro del Pdci che punta il dito contro la natura politica del provvedimento delle Ferrovie contro De Angelis, punito «per aver detto molto meno di quello che su tutta la stampa nazionale è stato detto con dettagliate inchieste sugli Etr spezzati». Reazione contraria al provvedimento anche da parte del sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro (Fi), che si è unito alla richiesta dell'Assemblea nazionale dei ferrovieri per l'immediata revoca del licenziamento. Per il portavoce di Articolo21, Giuseppe Giulietti, il licenziamento di De Angelis suona come un atto di intimidazione nei confronti dei delegati Rls in un momento in cui, tra l'altro, s'invoca proprio maggiore sicurezza. Articolo21 si augura che i media, su questa vicenda come sulla questione dei fannulloni, «vogliano concedere il diritto di replica. Un diritto che viene invocato ogni volta che si sanziona un potente ma che, quando riguarda un cittadino qualunque, viene sostanzialmente cancellato».
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